Stiamo sottostimando l’inquinamento da Pfas nelle acque
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Un nuovo studio pubblicato su Nature Geoscience dimostra che le risorse idriche del mondo sono molto più contaminate da Pfas di quanto pensavamo. Lo studio condotto da Denis O’ Carroll e dal suo team della University of New South Wales di Sidney, in Australia, ha collezionato e analizzato tutti i dati disponibili sui Pfas provenienti da 273 studi ambientali condotti a partire dal 2004, riunendo i risultati di 12.000 campioni di acque superficiali e 33.900 di acque sotterranee.
Dallo studio emerge che i Pfas sono diffusi nelle acque superficiali e sotterranee in tutto il mondo. I dati mappati suggeriscono che l’Australia, la Cina, l’Europa, e il Nord America sono hot-spot rispetto ad altre zone del mondo, ma sono anche le aree da dove proviene il maggior numero di campionamenti. Non solo, i ricercatori sottolineano come i campioni provengano spesso da zone industrializzate e siti in cui è più probabile la presenza di Pfas, per questo motivo la reale distribuzione di queste sostanze nelle acque potrebbe essere molto più elevata.
Dalle loro analisi è emerso che un’ampia percentuale di acqua supera i limiti di soglia per le linee guida dei Pfas nell’acqua potabile. Anche in aree senza fonti note di Pfas è emerso che il 31% di acqua sotterranea supera i limiti di soglia proposti dall’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente. Per esempio, l’Australia non ha impianti di produzione di Pfas ma presenta siti altamente contaminati a causa delle frequenti attività antincendio. Inoltre, il 69% dei campioni con fonti di contaminazione sconosciute ha superato anche i criteri di Health Canada e il 6% quelli dell’Unione Europea.
Leggi l’articolo: Underestimated burden of per- and polyfluoroalkyl substances in global surface waters and groundwaters | Nature Geoscience