Piemonte, Italia

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I Pfas non vanno in vacanza a Ferragosto. La Regione Piemonte fornisce indicazioni esplicative di supporto ai disposti della legge regionale sullo scarico di sostanze perfluoroalchiliche

Sivemp-Veneto ha pubblicato un articolo dettagliato sulla situazione della contaminazione da PFAS in Piemonte dovuta soprattutto alle attività produttive della Solvay a Spinetta Marengo (Alessandria).

La multinazionale Solvay ha annunciato la sua roadmap per la quasi completa sostituzione dei PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) utilizzate nella produzione di fluoropolimeri presso lo stabilimento italiano di Spinetta Marengo. Questa sostituzione con alternative innovative non fluorurate interesserà i beni di consumo come i materiali a contatto con gli alimenti, i cosmetici, gli utensili da cucina antiaderenti e gli imballaggi di carta, nonché le schiume antincendio. Questi settori sono considerati significativi in ​​termini di sintesi, uso e rilascio ambientale di PFAS.

Nonostante questo impegno verso una strategia europea per la chimica sostenibile, sono emerse le prime evidenze della presenza di alcuni PFAS brevettati Solvay nei fegati di cinghiali italiani, anche a centinaia di chilometri di distanza dallo stabilimento di Spinetta Marengo nell’alessandrino. Ciò sottolinea l’esistenza di un serbatoio nascosto di PFAS nell’ambiente, derivante dalla loro produzione, utilizzo, smaltimento e rilascio, che dovremo affrontare nei prossimi decenni a causa della loro persistenza, mobilità nei sistemi aria-acqua-suolo e tossicità.

La responsabilità di affrontare questo problema spetta alla Regione Piemonte, che dovrebbe ricevere (se non già acquisiti) alcuni degli standard PFAS prodotti da Solvay in Italia, che attualmente non sono liberamente disponibili sul mercato dei prodotti chimici e fungono da materiali di riferimento per analisi.

Secondo la recente delibera della Regione Piemonte del 30 giugno 2022, le autorità regionali sono a conoscenza della rilevante produzione ed emissione di tali sostanze degli ex stabilimenti Montedison e Auximont di Spinetta Marengo (Alessandria). Le attività di monitoraggio sulle acque superficiali e sotterranee e altre attività di conoscenza svolte dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Piemonte, unitamente alle informazioni desunte da pubblicazioni scientifiche e segnalazioni delle regioni limitrofe, evidenziano l’entità del problema su scala regionale e interregionale.

Link Utili

Articolo Sivemp-Veneto

Legge regionale 19 ottobre 2021, n. 25

Deliberazione della Giunta Regionale 14 giugno 2022, n. 60-5220

Caso Solvay, illustrate le azioni messe in atto dalla Regione

La Regione Piemonte illustra le proprie iniziative messe in atto, soprattutto per biomonitorare l’esposizione della popolazione relativamente al caso Solvay a Spinetta Marengo.

Il caso Solvay riguarda la recente scoperta di una maggiore presenza di alcuni PFAS nel sangue dei cittadini di Spinetta Marengo, come evidenziato da uno studio condotto dall’Università di Liegi. Tuttavia, l’assessore regionale alla Sanità ha sollevato dubbi sull’attendibilità del campione utilizzato nello studio, affermando che i cittadini selezionati non sono sufficientemente rappresentativi della popolazione generale.

Indipendentemente da questo studio, la Sanità Pubblica e l’ARPA monitorano attentamente l’area di Spinetta Marengo da anni per la tutela della salute dei lavoratori, il monitoraggio ambientale e le valutazioni epidemiologiche sull’impatto delle attività industriali sulla salute dei residenti.

Sono stati istituiti nuovi tavoli regionali per la sorveglianza sanitaria, indagini su altre matrici, biomonitoraggio animale, monitoraggio dell’esposizione umana e sono attivi dal 2021. Al momento, le contaminazioni nella zona riguardano corpi idrici sotterranei non utilizzati per l’acqua potabile. Un solo pozzo, Montecastello, è risultato contaminato da PFAS a bassi livelli ed è stato chiuso.

La Regione Piemonte ha ottenuto dagli standard Solvay per effettuare analisi attendibili e ha destinato un finanziamento di 340 mila euro all’ASL di Alessandria per ulteriori campionamenti su matrici animali e alimentari. Inoltre, collaborerà con l’Università del Piemonte Orientale per il progetto europeo “Scenarios” sullo studio delle tecniche analitiche per la ricerca dei PFAS.

Nel contesto di una mancanza di normative nazionali, il Piemonte è l’unica regione ad aver approvato una legge per regolamentare e limitare l’emissione di PFAS negli scarichi in acque superficiali su tutto il territorio regionale.

Link Utile

Caso Solvay, illustrate le azioni messe in atto dalla Regione

PFAS: un progetto per aumentare il livello di conoscenza sulla presenza e diffusione sul territorio regionale

Nel corso del 2022, l’Agenzia Arpa Piemonte ha condotto un progetto di ricerca volto a sviluppare nuovi metodi di campionamento e analisi per la ricerca di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nelle diverse matrici ambientali. Le matrici prese in considerazione sono state aria, suolo e rifiuti.

Per quanto riguarda l’aria, dato l’assenza di metodi ufficiali validati a livello nazionale e internazionale, nel 2021 è stata sviluppata una metodica per il monitoraggio dei PFAS attraverso la raccolta di deposizioni atmosferiche secche e umide e nel corso del 2022, sono state condotte ulteriori sperimentazioni per sviluppare metodi di campionamento attivo di PFAS in aria, utilizzando diverse tipologie di fiale e filtri per l’ambiente indoor e outdoor.

Per quanto riguarda il suolo, è stato messo a punto e validato un metodo per l’analisi dei PFAS su campioni reali. Sono state avviate le analisi sui primi campioni di suolo prelevati nel circondario di Spinetta Marengo, in relazione al piano di caratterizzazione delle aree esterne approvato dal Comune di Alessandria. I risultati analitici saranno forniti agli enti interessati.

Per quanto riguarda i rifiuti, sono stati considerati i percolati di discarica e i fanghi di depurazione. Sono stati prelevati 14 campioni di percolato da diverse discariche regionali e tutti i campioni sono risultati positivi alla presenza di PFAS, in particolare acido perfluorobutanoico (PFBA), acido perfluoropentanoico (PFPeA), acido perfluorobutansolfonico (PFBS), acido perfluoroesanoico (PFHxA), acido perfluoro-n-eptanoico (PFHPA) e acido perfluoroottanoico (PFOA).

Per quanto riguarda i fanghi di depurazione, l’indagine è stata avviata nel dicembre 2022 con il prelievo di 7 campioni da impianti di trattamento di acque reflue urbane. I campioni saranno analizzati nei primi mesi del 2023.

Nel 2023, le attività progettuali continueranno per completare la validazione dei metodi di campionamento e analisi ancora in fase di studio, nonché per avviare azioni di monitoraggio specifico su diverse matrici ambientali al fine di aumentare la conoscenza sulla diffusione dei PFAS nell’ambiente regionale.

L’articolo completo di ARPA Piemonte può essere letto al seguente link:

Progetto ARPA Piemonte

ARPA Piemonte: Indagine preliminare sulla presenza di PFAS nei percolati di discarica

I percolati sono i liquidi che si formano dalla degradazione dei rifiuti a causa delle precipitazioni sulle discariche e sono caratterizzati da una grande variabilità analitica, principalmente a causa delle condizioni meteorologiche del territorio in cui si trovano le discariche e dei metodi di gestione adottati (ad esempio, copertura dei rifiuti, modi di accumulo, ecc. I percolati di discarica possono essere una potenziale fonte di contaminazione da PFAS sia per gli impianti di depurazione a cui vengono inviati, sia per le acque sotterranee della discarica in caso di danni alle barriere di fondo.

Nel 2022, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte ha avviato un’indagine preliminare a livello regionale per studiare la presenza di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) in determinati tipi di rifiuti, in particolare nei percolati di discarica.

I campioni sono stati analizzati nei laboratori dell’Agenzia. Per valutare i risultati, ci si è basati principalmente sul Regolamento UE 2019/1021 sugli inquinanti organici persistenti (POPs, Persistent Organic Pollutants). Secondo tale regolamento, i rifiuti costituiti, contenenti o contaminati da POPs con concentrazioni superiori a determinati limiti, devono essere trattati in modo che gli inquinanti organici vengano distrutti o trasformati irreversibilmente.

Attualmente, i PFAS inclusi nel Regolamento POPs, che è stato recentemente integrato dal Reg. (UE) 2022/2400 , sono i seguenti:

  • PFOS (acido perfluoroottano sulfonato): limite di 50 mg/kg;
  • PFOA (acido perfluoroottanoico): limite di 1 mg/kg per il PFOA e i suoi sali correlati, e di 40 mg/kg per i composti correlati al PFOA;
  • PFHxS (acido perfluoroesano sulfonico): limite di 1 mg/kg per il PFHxS e i suoi sali correlati, e di 40 mg/kg per la somma dei composti correlati al PFHxS.

Al di là delle disposizioni del Regolamento POPs, al momento non esistono altre indicazioni normative che stabiliscano limiti aggiuntivi per i PFAS nei rifiuti.

L’indagine condotta da ARPA Piemonte e i risultati ottenuti possono essere visualizzati al seguente link:

ARPA Piemonte: Indagine preliminare sulla presenza di PFAS nei percolati di discarica

I Pfas non vanno in vacanza a Ferragosto. La Regione Piemonte fornisce indicazioni esplicative di supporto ai disposti della legge regionale sullo scarico di sostanze perfluoroalchiliche

Sivemp-Veneto ha pubblicato un articolo dettagliato sulla situazione della contaminazione da PFAS in Piemonte dovuta soprattutto alle attività produttive della Solvay a Spinetta Marengo (Alessandria).

La multinazionale Solvay ha annunciato la sua roadmap per la quasi completa sostituzione dei PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) utilizzate nella produzione di fluoropolimeri presso lo stabilimento italiano di Spinetta Marengo. Questa sostituzione con alternative innovative non fluorurate interesserà i beni di consumo come i materiali a contatto con gli alimenti, i cosmetici, gli utensili da cucina antiaderenti e gli imballaggi di carta, nonché le schiume antincendio. Questi settori sono considerati significativi in ​​termini di sintesi, uso e rilascio ambientale di PFAS.

Nonostante questo impegno verso una strategia europea per la chimica sostenibile, sono emerse le prime evidenze della presenza di alcuni PFAS brevettati Solvay nei fegati di cinghiali italiani, anche a centinaia di chilometri di distanza dallo stabilimento di Spinetta Marengo nell’alessandrino. Ciò sottolinea l’esistenza di un serbatoio nascosto di PFAS nell’ambiente, derivante dalla loro produzione, utilizzo, smaltimento e rilascio, che dovremo affrontare nei prossimi decenni a causa della loro persistenza, mobilità nei sistemi aria-acqua-suolo e tossicità.

La responsabilità di affrontare questo problema spetta alla Regione Piemonte, che dovrebbe ricevere (se non già acquisiti) alcuni degli standard PFAS prodotti da Solvay in Italia, che attualmente non sono liberamente disponibili sul mercato dei prodotti chimici e fungono da materiali di riferimento per analisi.

Secondo la recente delibera della Regione Piemonte del 30 giugno 2022, le autorità regionali sono a conoscenza della rilevante produzione ed emissione di tali sostanze degli ex stabilimenti Montedison e Auximont di Spinetta Marengo (Alessandria). Le attività di monitoraggio sulle acque superficiali e sotterranee e altre attività di conoscenza svolte dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Piemonte, unitamente alle informazioni desunte da pubblicazioni scientifiche e segnalazioni delle regioni limitrofe, evidenziano l’entità del problema su scala regionale e interregionale.

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Articolo Sivemp-Veneto

Legge regionale 19 ottobre 2021, n. 25

Deliberazione della Giunta Regionale 14 giugno 2022, n. 60-5220

PFAS: un progetto per aumentare il livello di conoscenza sulla presenza e diffusione sul territorio regionale

Nel corso del 2022, l’Agenzia Arpa Piemonte ha condotto un progetto di ricerca volto a sviluppare nuovi metodi di campionamento e analisi per la ricerca di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nelle diverse matrici ambientali. Le matrici prese in considerazione sono state aria, suolo e rifiuti.

Per quanto riguarda l’aria, dato l’assenza di metodi ufficiali validati a livello nazionale e internazionale, nel 2021 è stata sviluppata una metodica per il monitoraggio dei PFAS attraverso la raccolta di deposizioni atmosferiche secche e umide e nel corso del 2022, sono state condotte ulteriori sperimentazioni per sviluppare metodi di campionamento attivo di PFAS in aria, utilizzando diverse tipologie di fiale e filtri per l’ambiente indoor e outdoor.

Per quanto riguarda il suolo, è stato messo a punto e validato un metodo per l’analisi dei PFAS su campioni reali. Sono state avviate le analisi sui primi campioni di suolo prelevati nel circondario di Spinetta Marengo, in relazione al piano di caratterizzazione delle aree esterne approvato dal Comune di Alessandria. I risultati analitici saranno forniti agli enti interessati.

Per quanto riguarda i rifiuti, sono stati considerati i percolati di discarica e i fanghi di depurazione. Sono stati prelevati 14 campioni di percolato da diverse discariche regionali e tutti i campioni sono risultati positivi alla presenza di PFAS, in particolare acido perfluorobutanoico (PFBA), acido perfluoropentanoico (PFPeA), acido perfluorobutansolfonico (PFBS), acido perfluoroesanoico (PFHxA), acido perfluoro-n-eptanoico (PFHPA) e acido perfluoroottanoico (PFOA).

Per quanto riguarda i fanghi di depurazione, l’indagine è stata avviata nel dicembre 2022 con il prelievo di 7 campioni da impianti di trattamento di acque reflue urbane. I campioni saranno analizzati nei primi mesi del 2023.

Nel 2023, le attività progettuali continueranno per completare la validazione dei metodi di campionamento e analisi ancora in fase di studio, nonché per avviare azioni di monitoraggio specifico su diverse matrici ambientali al fine di aumentare la conoscenza sulla diffusione dei PFAS nell’ambiente regionale.

L’articolo completo di ARPA Piemonte può essere letto al seguente link:

Progetto ARPA Piemonte

Caso Solvay, illustrate le azioni messe in atto dalla Regione

La Regione Piemonte illustra le proprie iniziative messe in atto, soprattutto per biomonitorare l’esposizione della popolazione relativamente al caso Solvay a Spinetta Marengo.

Il caso Solvay riguarda la recente scoperta di una maggiore presenza di alcuni PFAS nel sangue dei cittadini di Spinetta Marengo, come evidenziato da uno studio condotto dall’Università di Liegi. Tuttavia, l’assessore regionale alla Sanità ha sollevato dubbi sull’attendibilità del campione utilizzato nello studio, affermando che i cittadini selezionati non sono sufficientemente rappresentativi della popolazione generale.

Indipendentemente da questo studio, la Sanità Pubblica e l’ARPA monitorano attentamente l’area di Spinetta Marengo da anni per la tutela della salute dei lavoratori, il monitoraggio ambientale e le valutazioni epidemiologiche sull’impatto delle attività industriali sulla salute dei residenti.

Sono stati istituiti nuovi tavoli regionali per la sorveglianza sanitaria, indagini su altre matrici, biomonitoraggio animale, monitoraggio dell’esposizione umana e sono attivi dal 2021. Al momento, le contaminazioni nella zona riguardano corpi idrici sotterranei non utilizzati per l’acqua potabile. Un solo pozzo, Montecastello, è risultato contaminato da PFAS a bassi livelli ed è stato chiuso.

La Regione Piemonte ha ottenuto dagli standard Solvay per effettuare analisi attendibili e ha destinato un finanziamento di 340 mila euro all’ASL di Alessandria per ulteriori campionamenti su matrici animali e alimentari. Inoltre, collaborerà con l’Università del Piemonte Orientale per il progetto europeo “Scenarios” sullo studio delle tecniche analitiche per la ricerca dei PFAS.

Nel contesto di una mancanza di normative nazionali, il Piemonte è l’unica regione ad aver approvato una legge per regolamentare e limitare l’emissione di PFAS negli scarichi in acque superficiali su tutto il territorio regionale.

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Caso Solvay, illustrate le azioni messe in atto dalla Regione

I Pfas non vanno in vacanza a Ferragosto. La Regione Piemonte fornisce indicazioni esplicative di supporto ai disposti della legge regionale sullo scarico di sostanze perfluoroalchiliche

Sivemp-Veneto ha pubblicato un articolo dettagliato sulla situazione della contaminazione da PFAS in Piemonte dovuta soprattutto alle attività produttive della Solvay a Spinetta Marengo (Alessandria).

La multinazionale Solvay ha annunciato la sua roadmap per la quasi completa sostituzione dei PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) utilizzate nella produzione di fluoropolimeri presso lo stabilimento italiano di Spinetta Marengo. Questa sostituzione con alternative innovative non fluorurate interesserà i beni di consumo come i materiali a contatto con gli alimenti, i cosmetici, gli utensili da cucina antiaderenti e gli imballaggi di carta, nonché le schiume antincendio. Questi settori sono considerati significativi in ​​termini di sintesi, uso e rilascio ambientale di PFAS.

Nonostante questo impegno verso una strategia europea per la chimica sostenibile, sono emerse le prime evidenze della presenza di alcuni PFAS brevettati Solvay nei fegati di cinghiali italiani, anche a centinaia di chilometri di distanza dallo stabilimento di Spinetta Marengo nell’alessandrino. Ciò sottolinea l’esistenza di un serbatoio nascosto di PFAS nell’ambiente, derivante dalla loro produzione, utilizzo, smaltimento e rilascio, che dovremo affrontare nei prossimi decenni a causa della loro persistenza, mobilità nei sistemi aria-acqua-suolo e tossicità.

La responsabilità di affrontare questo problema spetta alla Regione Piemonte, che dovrebbe ricevere (se non già acquisiti) alcuni degli standard PFAS prodotti da Solvay in Italia, che attualmente non sono liberamente disponibili sul mercato dei prodotti chimici e fungono da materiali di riferimento per analisi.

Secondo la recente delibera della Regione Piemonte del 30 giugno 2022, le autorità regionali sono a conoscenza della rilevante produzione ed emissione di tali sostanze degli ex stabilimenti Montedison e Auximont di Spinetta Marengo (Alessandria). Le attività di monitoraggio sulle acque superficiali e sotterranee e altre attività di conoscenza svolte dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Piemonte, unitamente alle informazioni desunte da pubblicazioni scientifiche e segnalazioni delle regioni limitrofe, evidenziano l’entità del problema su scala regionale e interregionale.

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Articolo Sivemp-Veneto

Legge regionale 19 ottobre 2021, n. 25

Deliberazione della Giunta Regionale 14 giugno 2022, n. 60-5220

PFAS: un progetto per aumentare il livello di conoscenza sulla presenza e diffusione sul territorio regionale

Nel corso del 2022, l’Agenzia Arpa Piemonte ha condotto un progetto di ricerca volto a sviluppare nuovi metodi di campionamento e analisi per la ricerca di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nelle diverse matrici ambientali. Le matrici prese in considerazione sono state aria, suolo e rifiuti.

Per quanto riguarda l’aria, dato l’assenza di metodi ufficiali validati a livello nazionale e internazionale, nel 2021 è stata sviluppata una metodica per il monitoraggio dei PFAS attraverso la raccolta di deposizioni atmosferiche secche e umide e nel corso del 2022, sono state condotte ulteriori sperimentazioni per sviluppare metodi di campionamento attivo di PFAS in aria, utilizzando diverse tipologie di fiale e filtri per l’ambiente indoor e outdoor.

Per quanto riguarda il suolo, è stato messo a punto e validato un metodo per l’analisi dei PFAS su campioni reali. Sono state avviate le analisi sui primi campioni di suolo prelevati nel circondario di Spinetta Marengo, in relazione al piano di caratterizzazione delle aree esterne approvato dal Comune di Alessandria. I risultati analitici saranno forniti agli enti interessati.

Per quanto riguarda i rifiuti, sono stati considerati i percolati di discarica e i fanghi di depurazione. Sono stati prelevati 14 campioni di percolato da diverse discariche regionali e tutti i campioni sono risultati positivi alla presenza di PFAS, in particolare acido perfluorobutanoico (PFBA), acido perfluoropentanoico (PFPeA), acido perfluorobutansolfonico (PFBS), acido perfluoroesanoico (PFHxA), acido perfluoro-n-eptanoico (PFHPA) e acido perfluoroottanoico (PFOA).

Per quanto riguarda i fanghi di depurazione, l’indagine è stata avviata nel dicembre 2022 con il prelievo di 7 campioni da impianti di trattamento di acque reflue urbane. I campioni saranno analizzati nei primi mesi del 2023.

Nel 2023, le attività progettuali continueranno per completare la validazione dei metodi di campionamento e analisi ancora in fase di studio, nonché per avviare azioni di monitoraggio specifico su diverse matrici ambientali al fine di aumentare la conoscenza sulla diffusione dei PFAS nell’ambiente regionale.

L’articolo completo di ARPA Piemonte può essere letto al seguente link:

Progetto ARPA Piemonte

Caso Solvay, illustrate le azioni messe in atto dalla Regione

La Regione Piemonte illustra le proprie iniziative messe in atto, soprattutto per biomonitorare l’esposizione della popolazione relativamente al caso Solvay a Spinetta Marengo.

Il caso Solvay riguarda la recente scoperta di una maggiore presenza di alcuni PFAS nel sangue dei cittadini di Spinetta Marengo, come evidenziato da uno studio condotto dall’Università di Liegi. Tuttavia, l’assessore regionale alla Sanità ha sollevato dubbi sull’attendibilità del campione utilizzato nello studio, affermando che i cittadini selezionati non sono sufficientemente rappresentativi della popolazione generale.

Indipendentemente da questo studio, la Sanità Pubblica e l’ARPA monitorano attentamente l’area di Spinetta Marengo da anni per la tutela della salute dei lavoratori, il monitoraggio ambientale e le valutazioni epidemiologiche sull’impatto delle attività industriali sulla salute dei residenti.

Sono stati istituiti nuovi tavoli regionali per la sorveglianza sanitaria, indagini su altre matrici, biomonitoraggio animale, monitoraggio dell’esposizione umana e sono attivi dal 2021. Al momento, le contaminazioni nella zona riguardano corpi idrici sotterranei non utilizzati per l’acqua potabile. Un solo pozzo, Montecastello, è risultato contaminato da PFAS a bassi livelli ed è stato chiuso.

La Regione Piemonte ha ottenuto dagli standard Solvay per effettuare analisi attendibili e ha destinato un finanziamento di 340 mila euro all’ASL di Alessandria per ulteriori campionamenti su matrici animali e alimentari. Inoltre, collaborerà con l’Università del Piemonte Orientale per il progetto europeo “Scenarios” sullo studio delle tecniche analitiche per la ricerca dei PFAS.

Nel contesto di una mancanza di normative nazionali, il Piemonte è l’unica regione ad aver approvato una legge per regolamentare e limitare l’emissione di PFAS negli scarichi in acque superficiali su tutto il territorio regionale.

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