Pfas nell’acqua di 11 comuni lombardi. Per l’acquedotto di Lodi non c’è nessuna emergenza

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In dieci comuni lombardi l’acqua è contaminata da PFAS, è quanto emerso in seguito all’analisi di 31 campioni di acqua potabile. Tra questi, undici (circa il 35%) presentavano tracce di PFAS. I test sono stati effettuati raccogliendo campioni in diversi luoghi pubblici – prevalentemente nei pressi di scuole – dei comuni di Caravaggio, Mozzanica, Corte Palasio, Crespiatica, Pontirolo Nuovo, Mariano Comense, Capriolo, Somma Lombardo e Milano. Secondo i dati, in quattro casi la contaminazione da PFAS superava il limite della Direttiva europea 2020/2184, pari a 100 nanogrammi per litro, con un picco di 1.840 nanogrammi per litro a Crespiatica.

Di diversa opinione è il direttore generale di Sal (Società Acqua Lodigiana), Carlo Locatelli, il quale afferma che i livelli di PFAS non supererebbero i livelli indicati dai limiti di legge attuali. Tuttavia, fino al febbraio scorso, non si faceva riferimento alla normativa europea 2020/2184, – che in Italia diventerà effettiva soltanto dal 2026 – ma al Decreto legislativo 31/2001, che stabiliva a 500 nanogrammi per litro la presenza di PFAS nell’acqua. Molto significativo il fatto che tra i sette comuni con limiti inferiori alla direttiva europea, cinque presentavano concentrazioni superiori ai valori più cautelativi per la salute umana vigenti in Danimarca o proposti negli Stati Uniti.

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