Pfas nel sangue dei politici europei
Un’iniziativa di sensibilizzazione promossa dall’European Environmental Bureau (EEB) e da ChemSec ha riscontrato la presenza di PFAS nel sangue di numerosi leader europei.
In tutti gli individui sottoposti alle analisi del sangue sono stati rilevati fino a sette Pfas diversi (PFOA, PFNA, PFDA, PFUnDA, PFHxS, PFHpS, e PFOS) in un intervallo compreso tra 3,24 e 24,66 µg/L. Cinque di loro presentavano livelli superiori a quelli considerati preoccupanti. I risultati non si discostano significativamente dall’esposizione media della popolazione europea ed evidenziano che la contaminazione da PFAS non esclude nessuno.
Tra i politici coinvolti figurano tre vicepresidenti della Commissione europea, il commissario per l’Ambiente, il direttore dell’Agenzia europea per l’ambiente e sei membri del Parlamento europeo.
Delle sette sostanze perfluoroalchiliche riscontrate nel sangue dei politici, soltanto PFOA e PFOS sono stati vietate dall’Unione Europea. Per altre, come PFNA, PFDA, PFUnDA, e PFHxS, sono state introdotte delle normative che ne regolano l’utilizzo, mentre il PFHpS è ancora ammesso senza limitazioni nel mercato europeo.
La situazione europea
Nonostante l’Unione Europea disponga di uno dei sistemi di controllo delle sostanze chimiche più robusti a livello mondiale, si registra un’allarmante esposizione degli europei a un inquinamento chimico diffuso.
Tatiana Santos, responsabile della politica sulle sostanze chimiche presso l’EEB, avverte:
“Questo è un grave problema di inquinamento e di salute pubblica, che non si limita alle aree altamente inquinate. I PFAS sono una minaccia invisibile che si infiltra nel cibo che mangiamo, nell’acqua che beviamo e persino nelle nostre case attraverso i prodotti di uso quotidiano. Le autorità stanno di fatto privilegiando l’avidità dell’industria rispetto al benessere dei cittadini. È giunto il momento che i funzionari dell’UE agiscano, proteggendo le generazioni future e obbligando chi inquina a rispondere dei danni che ha causato”.
L’iniziativa congiunta di EEB e ChemSec ha l’obiettivo di sensibilizzare direttamente i politici europei esortandoli a proteggere la salute pubblica e l’ambiente da questa minaccia pervasiva. In questo senso, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea dell’ambiente Leena Ylä-Mononen afferma:
“L’inquinamento chimico è un problema diffuso in Europa, ma esistono anche significative opportunità per migliorare la situazione. Per proteggere le persone e la natura e incentivare l’economia circolare in Europa, dovremmo gestire i rischi delle sostanze chimiche per gruppi, promuovere le sostanze chimiche sicure e sostenibili fin dalla progettazione ed eliminare gradualmente le sostanze più dannose.”
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