Lombardia, Italia

Articolo test

TAR Lombardia – Brescia, sez. I,  26/03/2019, n. 278

Non sono illegittime le prescrizioni inserite nell’AIA di un impianto di trattamento di rifiuti speciali non pericolosi recanti limitazioni in ordine alle concentrazioni massime di sostanze perfluoroalchiliche nel percolato da discarica non essendo ingiustificata l’imposizione di limiti sul rilascio di PFAS dai rifiuti in quanto la criticità in esame è affrontata da una pluralità di fonti a livello internazionale ed è stata disciplinata dalle autorità del nostro paese, anche in assenza di codificazione legislativa (oltre agli “SQA-MA” delle acque superficiali di cui al D. Lgs. 172/2015), da soggetti pubblici di indiscussa autorevolezza (Ministero dell’Ambiente e Istituto Superiore di Sanità), i quali si uniformano alle indicazioni e raccomandazioni di organismi internazionali (OMS) e sono in linea con gli indirizzi restrittivi di singoli paesi avanzati (Germania, Stati Uniti) per le acque destinate al consumo umano e con la normativa UE per le acque superficiali, e considerando anche che il PFOS è stato definito dall’Unione Europea come “sostanza pericolosa prioritaria”.

TAR BRESCIA 278-19

Aggiornamento del programma regionale di bonifica delle acque inquinate

Come da aggiornamento del “Programma regionale di bonifica delle aree inquinate” della regione Lombardia, viene testimoniata la continua attenzione sulle sostanze inquinanti PFAS a livello nazionale. La Regione inserisce nel monitoraggio degli inquinanti emergenti i PFAS, per studiare e comprendere l’effettiva entità dell’impatto ambientale causato nel tempo da queste sostanze, i componenti monitorati sono PFOS, PFBA, PFPeA, PFHxA, PFBS e PFOA, recentemente è stato aggiunto il composto cC604. La rete di monitoraggio è composta da 57 punti in falda superficiale, le stazioni sono state individuate a valle delle potenziali fonti di interesse di contaminanti come discariche attive e principali distretti produttivi. I monitoraggi vengono ripetuti da 1 a 3 volte l’anno.

ARPA Lombardia, il monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in Lombardia

Tra le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS), a seguito della Direttiva 2013/39/UE, è stato aggiunto all’elenco delle sostanze “pericolose e prioritarie” da monitorare nei corpi idrici in quanto la sua persistenza ha attirato una crescente attenzione da parte della comunità scientifica internazionale e delle autorità regolatorie europee.

A livello nazionale, nel 2017 il MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare) ha richiesto all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambiente (ISPRA) di avviare un’attività di monitoraggio dei PFAS coordinando le agenzie ambientali regionali. Dunque, nel 2017 ARPA Lombardia ha avviato un primo monitoraggio sperimentale dei PFAS campionando corsi d’acqua quali il bacino del Serio e il bacino dell’Olona e acque sotterranee nell’area di Mantova e Brescia. Questo monitoraggio sperimentale porterà a un monitoraggio sistematico nei corsi d’acqua e nelle acque sotterranee nel 2018.

In linea con la norma ISO 25101:2009, le metodiche analitiche utilizzate prevedono l’utilizzo di sistemi innovativi di rivelazione basati su una tecnologia ibrida (trappola ionica lineare-triplo quadrupolo) con analisi mediante iniezione diretta nello strumento HPLC e/o preconcentrazione degli analiti mediante sistemi di estrazione in fase solida manuale (“SPE off line”) oppure integrata con lo strumento stesso (“SPE-on line”).

I risultati di monitoraggio raggiunti dall’ARPA Lombardia, per quanto riguarda i corsi d’acqua, indicano che la presenza di sostanze perfluoroalchiliche sul territorio regionale riguarda soprattutto i composti PFOS e PFOA (e in misura minore PFBS e PFBA), con particolare interesse per l’area occidentale; mentre, i livelli maggiori per le acque sotterranee sono rappresentati da PFOS nell’alta pianura.

I laboratori di ARPA Lombardia hanno esteso il metodo analitico per il cC604 ad altre tipologie di PFAS a seguito delle segnalazioni relative a ritrovamenti di PFAS nel territorio veneto, in particolare della situazione rilevata per il fiume Po al confine con la Lombardia.

Di seguito, viene allegata la Relazione dell’ARPA Lombardia che descrive le attività svolte nel 2018 e che rappresenta il primo quadro conoscitivo relativo alla presenza di PFAS nelle acque, punto di partenza per le attività di monitoraggio degli anni a seguire: Relazione ARPA Lombardia-2018