Danimarca

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Contributo FOSAN a cura di Francesco Terzani

In Danimarca i PFAS sono oggetto di grande attenzione da parte del governo, in particolare dopo che preoccupazioni per gli effetti sulla salute di questi composti sono sorti in seguito alla scoperta di contaminazioni nel suolo, nelle acque di superfice e nelle falde acquifere, in particolare nei pressi di basi militari, aeroporti ed impianti industriali.

L’ “Agenzia per la protezione ambientale” danese, è attiva nel monitorare la contaminazione da PFAS ed ha stabilito dei livelli massimi di concentrazione nell’acqua potabile e nel cibo. L’agenzia sta inoltre lavorando per l’individuazione e la decontaminazione di siti hotspot. A tal riguardo ha redatto un monitoraggio del proprio territorio concentrandosi sull’analisi di erba da pascolo ed acque superficiali, due potenziali mezzi di contaminazione di allevamenti alimentari e di tutta la filiera di conseguenza, confrontando i vari distretti della penisola danese per individuare eventuali hotspot.

Il report ha prodotto risultati di rilievo, per le analisi sulle erbe da pascolo sono state prese in esame 67 località, prendendo in considerazione 22 PFAS, il livello limite di 0,12 microgrammi/kg è stato superato in 54 località.

In particolare, per quanto riguarda la costa occidentale della penisola, il valore limite è stato superato in 43 su 44 campioni di erba, con un picco di concentrazione di 17 microgrammi/kg. Sulla costa orientale i valori superavano i valori limite in 3 località di analisi su 7.

Passando ad i campioni di acqua superficiale raccolti, i valori limiti stabiliti dalla Danish Veterinary and Food Administration, sono stati superati in 7 casi, con dei valori massimi di concentrazione di 1600 ng/L.

Ulteriori dati sulla contaminazione da PFAS in suolo danese sono testimoniati dal monitoraggio effettuato dal “Consiglio Nordico dei Ministri” su fonti biotiche ed abiotiche, in particolare:

mammiferi marini:

è stato analizzato il fegato di foche grigie, ed è risultata una concentrazione di 75ng/g, con una composizione dei PFAS da attribuire principalmente ai PFOS

Nel 2020, l’Agenzia danese per la protezione dell’ambiente (EPA) ha pubblicato una relazione che ha riscontrato la presenza di contaminazione da PFAS in diverse fonti di acqua potabile e nelle acque superficiali e nel suolo in varie località del paese. La relazione ha anche indicato che alcuni tipi di PFAS sono stati trovati in prodotti alimentari, come pesce e prodotti lattiero-caseari.

Pescato

Pesci di acqua salata provenienti dai mari della Danimarca, hanno mostrato concentrazioni di PFAS di 12,6 ng/g, equamente spartiti fra PFOS e PFOA.

Fanghi degli impianti di trattamento delle acque reflue

I campioni analizzati dei fanghi di acqua reflue industriali hanno mostrato una contaminazione rilevante, attestabile ad una concentrazione di 141 ng/g.

A livello legislativo la Danimarca si trova in prima linea nel combattere la contaminazione da PFAS, nel 2020 ha infatti stilato un regolamento tra i più rigorosi al mondo, prevede il divieto di utilizzo di tutte le sostanze PFAS con un numero di atomi di carbonio superiore a 6, tranne in alcune eccezioni specifiche. Inoltre, le aziende che utilizzano le sostanze PFAS devono registrarsi presso le autorità danesi e compilare un piano di gestione dei rischi per ridurre l’esposizione dei lavoratori e dell’ambiente.

Il regolamento prevede anche una serie di restrizioni sull’importazione e l’esportazione di prodotti contenenti sostanze PFAS, nonché sulla produzione e l’uso di schiume antincendio contenenti PFAS.

In sintesi, il regolamento PFAS in Danimarca rappresenta un importante passo avanti nella protezione della salute pubblica e dell’ambiente dalla contaminazione da queste sostanze pericolose.

link utili:

https://edition.cnn.com/2019/09/04/health/denmark-pfas-food-packaging-ban-intl/index.html

https://mst.dk/media/252984/datarapport_pfas-i-graes-og-overfladevand.pdf

https://norden.diva-portal.org/smash/get/diva2:1296387/FULLTEXT01.pdf