Consultazione pubblica sui Pfas, c’è tempo fino al 25 settembre prossimo per partecipare e dire la propria, iscrivendosi all’iniziativa sul sito web ufficiale dell’Echa

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Di Vincenzo Brunelli

Consultazione pubblica sui Pfas, c’è tempo fino al 25 settembre prossimo per partecipare e dire la propria, iscrivendosi all’iniziativa sul sito web ufficiale dell’Echa

C’è ancora tempo, fino al 25 settembre prossimo, per partecipare alla consultazione pubblica sui PFAS, avviata dall’ECHA lo scorso aprile. Tale consultazione si basa sulla proposta di restrizione alla fabbricazione, uso e immissione sul mercato dei PFAS, presentata da Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia, e chiunque navigando sul sito web ufficiale dell’ECHA (Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche), dopo aver effettuato l’iscrizione può leggere le proposte e dare il suo contributo.. Si legge, infatti, sul sito web ufficiale dell’Echa: “Le parti interessate che possono voler presentare osservazioni sono imprese, organizzazioni che rappresentano l’industria o la società civile, singoli cittadini e autorità pubbliche. Sono gradite osservazioni provenienti dai paesi dell’Ue e dai paesi terzi”.
Tutte le proposte di restrizione (formulate in una relazione ad hoc da chi le presenta) e i progetti di parere del SEAC sono soggetti a consultazione; inoltre, l’Echa pubblica inviti a presentare osservazioni e dati oggettivi, rivolgendosi in particolare a soggetti operanti con i PFAS, nella fase preparatoria della proposta di restrizione (https://echa.europa.eu/it/restrictions-under-consideration/-/substance-rev/72301/term). La proposta è stata preparata dalle autorità di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia e presentata all’Echa il 13 gennaio scorso e ammessa a consultazione pubblica ad aprile, con scadenza 25 settembre 2023 (https://echa.europa.eu/it/-/echa-publishes-pfas-restriction-proposal). Mira a ridurre le emissioni di PFAS nell’ambiente e a rendere i prodotti e i processi più sicuri per le persone, che nell’ambito della proposta sono solo quelli molto persistenti nell’ambiente.
Se i loro rilasci non verranno ridotti al minimo, persone, piante e animali saranno sempre più esposti e, senza alcuna restrizione, si raggiungeranno livelli tali da avere effetti negativi sulla salute delle persone e sull’ambiente. Le autorità stimano che circa 4,4 milioni di tonnellate di PFAS finirebbero nell’ambiente nei prossimi 30 anni senza un intervento. Peter van der Zandt, direttore per la valutazione dei rischi dell’ECHA, ha rilasciato una dichiarazione in merito: “Questa proposta storica delle cinque autorità sostiene le ambizioni della strategia dell’UE per le sostanze chimiche e del piano d’azione per l’inquinamento zero. Ora, i nostri comitati scientifici inizieranno la valutazione e la formazione di opinioni. Anche se la valutazione di una proposta così ampia con migliaia di sostanze e molti usi sarà impegnativa, noi siamo pronti”. Di seguito il link per iscriversi e dire la propria sulla consultazione pubblica e la proposta di restrizione dei PFAS: https://echa.europa.eu/it/-/echa-seeks-input-on-proposed-pfas-restriction.
Dopo la scadenza il comitato europeo per la valutazione dei rischi (RAC) formerà un parere sull’opportunità della restrizione, proposta sui PFAS nei paesi UE, per ridurre i rischi per la salute delle persone e per l’ambiente, mentre il parere del SEAC (il comitato europeo per l’analisi socioeconomica) riguarderà appunto gli impatti socio-economici, vale a dire i benefici e i costi per la società, associati alla proposta. Entrambi i comitati formulano i propri pareri sulla base delle informazioni contenute nella proposta di restrizione e dei commenti ricevuti durante le consultazioni. I comitati prendono in considerazione anche il parere del forum di applicazione sull’applicabilità della restrizione proposta. Una volta adottati, i pareri saranno inviati alla Commissione europea che, insieme agli Stati membri dell’Ue, deciderà in merito all’eventuale restrizione. Un iter serio e concreto che comprende la possibilità di dire la propria sui Pfas, un’occasione da non perdere.