Indice

Rivista : Anno 48/Numero 2

In ricordo di Corrado Barberis


Per giustificare la dedica della IX edizione di Cerealia a Corrado Barberis e alla sua traiettoria intellettuale, vado a un ricordo personale. Nel 1964 collaboravo con l’INSOR come addetto stampa della Shell Italiana. Partecipai a un seminario a Borgo a Mozzano su l’Estensione rurale. L’agricoltura si stava tecnicizzando e la Shell voleva portare nelle campagne le nuove tecnologie. Per l’occasione il Times pubblicò sul supplemento domenicale un servizio sull’agricoltura bella, ma povera della Lunigiana. Mi confrontai con Corrado: parlammo dell’Ariosto, relegato in quelle terre per lui inospitali; parlammo di marroni e funghi. Oggi, consultando la stampa estera su questa terra, ho trovato sul Times un articolo che loda l’eccellenza della zuppa di farro della Lunigiana. I due articoli danno visioni diverse sull’agricoltura: il primo presenta un mondo poetico in via di estinzione, il secondo valorizza un prodotto tipico riservato a veri intenditori. Dobbiamo in parte a Barberis questo cambiamento di prospettiva nell’osservare il mondo rurale italiano e, in un certo senso, questo mutamento rappresenta la storia dell’INSOR del quale lui fu, insieme al Ministro Medici, uno dei fondatori e di cui quest’anno si celebrano i 60 anni. Per comprendere il significato di questa trasformazione dobbiamo fare andare agli anni ’60 nell’Italia del boom economico. L’esodo dalle campagne forniva la mano d’opera all’industria in pieno sviluppo, portando l’Italia in primo piano nell’economia mondiale. L’agricoltura sembrava cambiare direzione, il terreno si trasformava in un supporto inerte per cui fertilizzanti artificiali e sementi geneticamente modificate avrebbero alimentato il mondo. È in questo contesto che Barberis, analizzando i mutamenti strutturali del mondo rurale italiano, percepì che si stava perdendo qualcosa: la ricchezza dei prodotti tipici veniva sostituita da prodotti industriali destinati al mercato di massa. Barberis cominciò così a studiare i “prodotti tipici” dell’agricoltura e dell’industria alimentare italiana con la pubblicazione degli Atlanti dei prodotti tipici; veri e propri manuali e non semplici raccolte di prodotti locali visti in una ottica folclorica. Questi studi furono, in un primo momento, percepiti come semplici raccolte di ricette non degne di studio da parte della sociologia rurale. Quello che era restato un prodotto artigianale, a volte guardato con sospetto nel mercato industriale, diveniva prodotto nobile degno di riconoscimento culturale ed economico, rivestendo un doppio valore: assicurare la continuità di una tradizione, che correva il rischio di perdersi nel tempo in un mercato di massa; assicurare una base economica al prodotto che, classificato come di pregio, poteva garantire al produttore un maggior prezzo. Oggi le grandi catene realizzano campagne tematiche per presentare prodotti specifici di una regione o tipologia. Una novità impensabile 50 anni fa, quando il prodotto artigianale era relegato a un ruolo inferiore. Se oggi, ad esempio, parliamo della cipolla di Tropea o del lardo di Colonnata, lo dobbiamo anche a Barberis. La geografia italiana non permette grandi estensioni di coltivazione e la competizione con Paesi più favoriti per il mercato di massa. La frammentazione geografica e fondiaria italiana ci ha dato prodotti di pregio, invidiati e in parte copiati nel mondo. L’Italia può essere il Paese della qualità della materia prima e delle sue trasformazioni.

Alessandro Barghini
Vicepresidente INSOR

Rivista : Anno 48/Numero 2
Autori/Authors : Bravo I. Spognardi S. Papetti P.
Chiavi/Key : Sicurezza alimentare / Food Safety Malva Sylvestris herbal tea health risk assessment contaminazione da metalli pesanti tisana valutazione del rischio sanitario

Riassunto

La Malva sylvestris è una specie erbacea annuale, originaria dell’Europa, del Nord Africa e dell’Asia sud-occidentale, da sempre utilizzata nel settore alimentare per via delle sue proprietà nutraceutiche e terapeutiche. Nonostante in letteratura non siano stati riportati effetti negativi legati al consumo di preparati a base di malva, alcuni autori hanno identificato nel suo utilizzo un possibile rischio per la salute umana dato che tale specie cresce in aree contaminate. In questo studio è stato analizzato il contenuto di metalli pesanti: arsenico, cadmio, piombo e mercurio, presenti in prodotti a base di M. sylvestris provenienti da diversi Paesi Europei. In tutti i campioni i livelli di arsenico (0,012-0,068 mg / kg-1) e di mercurio sono risultati inferiori rispetto ai limiti consentiti dalla Commissione Europea (Regolamento UE 420/2011) e a quelli internazionali forniti dalla FAO / OMS per le erbe medicinali e le piante. Le concentrazioni di cadmio e piombo, non si sono rivelate trascurabili soprattutto per i prodotti provenienti dalle aree a sud del Mediterraneo. La relazione tra i contaminanti e i siti di campionamento è stata studiata utilizzando l’analisi della varianza ed il test post-hoc HSD di Tukey. Infine, per valutare il potenziale rischio per la salute umana derivante dal consumo cronico di preparati a base di malva, sono stati calcolati due indici: l’EDI (Estimated Daily Intake), ovvero una stima dell’assunzione giornaliera e l’indice di rischio sanitario (HRI: Health Risk Index). I valori relativi all’HRI sono risultati inferiori a 1, indicando che non vi sono rischi per la salute umana.

Abstract

In the last years, the contamination of food from metals has become a major problem; the plants represent a sort of vehicle for these substances, and reflect the level of soil contamination in the sampling areas. Furthermore, in medicinal plants widely used with its various preparations such as Malva Sylvestris we must assess health risks for human health. In this study, we analyzed heavy metals concentration in various herbal products based on M. sylvestris obtained from different regions of Italy, from different European countries. The preparations consist mainly of dried plants, in the form of tisanes, either in filter or in bulk, consisting of leaves and flowers or only flowers. The most important heavy metal contaminations that may affect medicinal plants concern the presence beyond the maximum limits of Cadmium (Cd), Mercury (Hg).

Rivista : Anno 48/Numero 2
Autori/Authors : Palocci C. Travaglini P.

Sommario

Preparare alimenti è un mestiere che comporta responsabilità. Dall’igiene personale, del luogo di lavoro e degli utensili utilizzati, alla conservazione, per assicurare un piatto sicuro. Proprio per questo ogni ristoratore che lavora per il commerciale e/o per la collettività ha il compito di seguire le normative europee che regolano, fin dal 1997, la sicurezza alimentare.

Rivista : Anno 48/Numero 2
Autori/Authors : Sciarroni M.

Sommario

Le piante officinali rivestono da sempre una posizione di grande rilievo sia in ambito medico e sia nel settore alimentare. Tali piante sono connotate da tradizioni storiche assai risalenti e il loro utilizzo era ed è molto consolidato dal punto di vista gastronomico. Le proprietà delle medesime vengono, infatti, notoriamente riconosciute per l’efficacia nutrizionale. Dacchè, deriva la circostanza che i prodotti erboristici originati da simili piante, mediante specifici processi di estrazione e di trasformazione, debbano essere regolamentati giuridicamente al fine di garantire la massima sicurezza per la salute dei consumatori. In Italia la prima definizione normativa di pianta officinale è da ricondurre al Decreto Regio n. 99 del 1931, il quale, per lunghissimo tempo, è stato l’unico a disciplinarle. Successivamente si sono susseguite talune circolari del Ministero della Salute, che di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e Turismo ha, inoltre, provveduto ad elaborare un Piano di settore sulla filiera delle piante officinali (2014-2016). Nel maggio del 2018 è stato approvato il Testo Unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali (Decreto Legge n. 75/2018). Tramite quest’ultimo Testo Unico il legislatore italiano ha inteso rielaborare la disciplina vigente attraverso un assetto innovativo e, abrogando alcune norme ormai desuete, ha voluto favorire lo sviluppo e la crescita del settore di produzione nazionale, senza, peraltro, trascurare di promuovere la biodiversità e l’origine naturale dei prodotti stessi. Occorre precisare che, del pari, la legislazione Europea da tempo si impegna al fine di un’armonizzazione completa e diretta alla realizzazione di una disciplina uniforme per tutti gli stati membri. Palese la grande attenzione da parte dell’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) riguardo la sicurezza delle sostanze e dei prodotti basati su sostanze e su preparati vegetali allo scopo di evitare contaminazioni e rischi per i consumatori.

Rivista : Anno 48/Numero 2
Autori/Authors : Toti E.

Riassunto

L’entomofagia, ossia la pratica di mangiare insetti, nota sin dall’antichità e attualmente praticata da circa due miliardi di persone nel mondo, con oltre 2.000 specie riconosciute commestibili per il consumo umano, ha negli ultimi anni destato un certo interesse a livello mondiale. L’entomofagia è divenuta oggetto di interesse di un numero crescente di ricercatori e il numero di aziende che trattano gli insetti commestibili è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, la legislazione europea è ancora molto cauta sul consumo di insetti. Molti passi avanti in termini di ricerca dovranno essere percorsi sia per cambiare la mentalità dei consumatori e le abitudini alimentari, sia per garantire la sicurezza alimentare attraverso l’identificazione di tutti i possibili pericoli conseguenti al consumo di insetti; inoltre non può essere trascurato come la maggior parte dei cibi contenenti proteine, gli insetti possono indurre reazioni allergiche agli esseri umani sensibili. Altrettanto importante è avere a disposizione un contesto normativo trasparente che garantisca la correttezza delle attività degli operatori alimentari.

Rivista : Anno 48/Numero 2
Autori/Authors : Pellati R.
Vai al catalogo completo